venerdì 20 aprile 2012

Quando da una vecchia compagna di università vengo a sapere di quest'iniziativa confermo la mia partecipazione senza ombra di dubbio. Mi basta leggere le prime righe: "No Violenza - Contro lo stalking, il femminicidio ed ogni altra forma di violenza sulle donne"  e decido di aderire senza pensarci neanche un secondo. 
20 Aprile - Blogging day dell'inziativa: le blogger si uniscono e offrono attraverso i loro spazi virtuali visibilità, riflessioni e sostegno all'evento dell'Aied (Associazione Italiana per l'Educazione Demografica) per combattere la violenza sulle donne.
Il tema non è nuovo: giornali, talk show e blog ogni giorno ne parlano prendendo spunto da episodi di cronaca. Spesso si da la colpa alla nostra società 'mediatica' (dove, per lo più, con mediatica intendiamo televisiva) che propina una visione stereotipata della donna: nuda, trattata come un oggetto (un recente episodio che ha fatto discutere molto riguarda un quesito, in un noto game show su Raiuno, che proponeva una domanda su un fondo schiena femminile) derisa e umiliata perchè bella e scoperta. 
Ecco, le mie saranno piccole osservazioni, più o meno condivisibili, solo spunti per una riflessione che, spero avvenga, in modo più ampio, col pretesto di contribuire a quest'iniziativa: io credo che non è solo una questione di stereotipi, su quelli si può lavorare, alfabetizzando socialmente quanti associano a un bel corpo un cervello piccolo o quanti si sentono giustificati dall'aggredire o stuprare una donna solo perchè sola e in minigonna; la teoria che lo stereotipo della velina ci ha condotto allo stalking e a un diffondersi della violenza non basta più e non deve assolutamente essere utilizzata come un alibi, ciò che realmente conta - almeno per me - è l'impegno! 
L'impegno che mettiamo noi per primi nel fare capire ai nostri fidanzati, amici, padri, figli che le immagini che vedono non corrispondono alla realtà, che vanno decodificate e interpretate alla luce di riflessioni personali, di dialogo familiare e di esperienza. Non basta far tacere la tv, far scomparire Belen e iscrivere all'albo delle giornaliste le veline, abbiamo bisogno di un'inversione di tendenza, che parta prima di tutto da noi stessi. Per prime noi donne dovremmo essere più consapevoli del potere individuale del nostro 'io', dovremmo imparare a solidarizzare; inoltre, forse, dovremmo divulgare la filosofia del riconoscimento e della denuncia: riconoscere comportamenti che possano far scaturire violenza, cercare di evitarli, riconoscersi oggetto di violenza e denunciare episodi simili, con coraggio e forza. Esporsi non significa umiliarsi. 
Quanto siamo disposti concretamente a fare per combattere lo stalking e il femmicidio?  Blonde Suite è per definizione un luogo fondato sullo stereotipo della bionda frivola, un po' modaiola, un po' tra le nuvole, ma è anche un luogo in cui questi clichè vengono superati e soppiantati dalle reali identità (si sa, la virtualità non è fatta solo di macchine!)  che ne fanno parte: donne che hanno imparato a costruire la propria vita attraverso continui confronti ed esperienze personali. Aggressione personale quando stavo per tornare a casa da sola in tarda serata, lunghi viaggi di notte verso il profondo sud con la paura che l'uomo che ti guarda affianco possa violentarti solo perchè sei sola, uscire tardi in shorts ed essere inseguita: piccoli episodi che dimostrano quanto la i tentativi di violenza o la violenza in quanto tale (che non passa solo attraverso gli schiaffi o le armi) sia un qualcosa di quotidiano, percepibile e concretamente presente. 
Dall'interrogativo - quanto siamo disposti a fare? - inizia il mio commento personale e il racconto (accennato) di brevi esperienze. Cosa altro possiamo fare, insieme? Oggi, attraverso il nostro profilo di Facebook, Twitter e i nostri blog siamo chiamati a sollevare la discussione, a confrontarci e a fornire idee che possano realmente allontanare questi problemi e creare una sensibilità e un'alfabetizzazione emotiva che convogli verso un sentimento comune e determini un un reale cambio di rotta. 
Dietro le statistiche che ogni giorno leggiamo sul tema si nascondono storie di vita vera e sofferenze; il nostro sostegno deve contribuire a rompere il muro del silenzio. Oggi possiamo creare un dialogo (e io spero di esserci un minimo riuscita), sensibilizzare all'argomento e iniziare un percorso di rinnovamento, che deve necessariamente partire dal riconoscimento della situazione e dalla volontà di intraprendere un percorso verso una nuova prospettiva. Dal 16 al 29 aprile seguiamo l'iniziativa "No Violenza" sul sito Aied, su Facebook e su Twitter.

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